Come stabilire il potere di acquisto

Il potere di acquisto rappresenta uno strumento per la misurazione del valore in dollari dei titoli che un investitore potrebbe acquistare in un conto titoli senza dover versare fondi aggiuntivi. Invece, nel caso di un conto cash dove, per definizione, i titoli non possono essere acquistati usando fondi presi in prestito dal broker e devono essere interamente pagati, il potere di acquisto corrisponde al importo di liquidità regolata disponibile. Esempio: in un conto dove sono presenti 10.000 USD in contanti, sarà possibile acquistare fino ad un massimo di 10.000 USD in titoli.

In un conto a margine, il potere di acquisto viene aumentato attraverso l’utilizzo della leva finanziaria che viene fornita dal broker usando come garanzia la liquidità e il valore dei titoli già detenuti nel conto. L’importo della leva dipende dall’approvazione del margine Reg. T, anche detto Margine del Portafoglio. T margin or Portfolio Margin. Here, a Reg. Consideriamo un conto con Reg. T che abbia 10.000 USD in contanti e ipotizziamo che si decida di acquistare overnight e detenere 20.000 USD in titoli in quanto il margine Reg. T impone un requisito di margine iniziale del 50%. Ciò vuol dire che il rapporto che rappresenta il potere d’acquisto è di 2:1 (ossia 1/50). In maniera simile nel caso di un conto con Reg T. In maniera simile nel caso di un conto con Reg T che abbia 10.000 USD in contanti si potrebbe decidere di acquistare e detenere su base infragiornaliera 40.000 USD in titoli, in quanto il requisito di mantenimento del margine impostato per attività infragiornaliere presso IB è fissato al 25%. Ciò vuol dire che il potere d’acquisto ha un rapporto di 4:1 (ossia 1/25).

Nel caso di conto con un Margine di Portafoglio è disponibile una leva ancora più ampia anche se, come suggerisce il nome, l’importo è fortemente legato alla composizione del portafoglio. Ipotizziamo che il requisito sui titoli singoli (iniziale = mantenimenti) sia compreso in genere tra il 15 ed il 30%. Questo si tradurrà in un potere d’acquisto compreso in un rapporto variabile tra il 6.67:1 ed il 3.33:1. Il tasso di margine in base a questa metodologia potrà variare giornalmente in quanto vengono considerati i fattori di rischio come la volatilità osservabile per ciascun titolo e la concentrazione. Per questo motivo i portafogli con titoli che mostrano bassa volatilità e che sono di natura più diversificati tenderanno a ricevere un trattamento migliore per quanto riguarda il margine (ossia maggiore potere d’acquisto).

Oltre agli esempi indicati finora nei casi di liquidità, il potere d’acquisto potrà essere fornito per i titoli detenuti nel conto a margine, con una leva finanziaria che dipenderà dal valore dei titoli prestati e dall’importo di eventuali fondi avuti in prestito per acquistare detti titoli. Prendiamo ad esempio un conto nel quale vengono detenuti 10.000 USD in titoli che sono stati interamente pagati (ossia nessun prestito a margine). Utilizzando il requisito di margine iniziale Reg. T del 50%, questi titoli avranno un valore di prestito di 5.000 USD (ovvero 10.000 USD * (1-.50 )). Questo prestito, usando lo stesso requisito iniziale che fornisce un potere d’acquisto di 2:1, potrebbe essere applicato per acquistare e mantenere overnight altri 10.000 USD in titoli. Allo stesso modo, un conto che abbia 10.000 USD in titoli ed un prestito a margine di 1.000 USD (ossia un capitale di liquidazione netto pari a 9.000 USD) avrebbe a disposizione un prestito sul capitale del valore di 4.000 USD che potrebbe essere usato per acquistare e detenere overnight altri 8.000 USD di titoli. Gli stessi principi varrebbero in un conto con Margine di Portafoglio, sebbene con un livello di potere d’acquisto potenzialmente diverso.

Infine, nonostante il concetto di potere d’acquisto si applichi all’acquisto di asset come titoli, obbligazioni, fondi e forex, esso NON ha la stessa applicazione nel caso dei prodotti derivati. La maggior parte dei titoli derivati (es. opzioni short e future su singole azioni) non sono degli asset ma piuttosto delle passività potenziali. Le opzioni long invece, pur essendo un asset, sono per natura a breve termine e vengono considerate una risorsa soggetta a esaurimento e quindi non hanno un valore di prestito. Il requisito di margine sulle opzioni short quindi non si basa sulla percentuale del valore di premio dell’opzione, ma viene stabilito in base al titolo sottostante come se l’opzione fosse assegnata (con il Reg. T) oppure attraverso una stima del costo per il riacquisto dell’opzione in caso di variazioni di mercato avverse (in base al Margine di Portafoglio).